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Gioacchino Toma (1836-1891) è uno dei più significativi pittori dell'Ottocento italiano. Fuggito dalla nativa Puglia verso la capitale del Regno delle Due Sicilie, ne fu presto estromesso per il sospetto di cospirazione antimonarchica, ed esiliato sulle montagne del Matese, dove godette del mecenatismo sia della famiglia Gaetani d'Aragona che di liberali antiborbonici. Si è avvertito il bisogno di una riconsiderazione complessiva della sua figura, proprio attraverso l'approfondimento delle cinquanta opere realizzate in esilio e degli imprevedibili risvolti che si trovò a vivere, tra militanza garibaldina, senso di inadeguatezza artistica e necessità di guadagno. Seguendo in dodici capitoli le tappe della sua vita, il libro esamina con rigore storico e con scorrevole capacità divulgativa l'intrigante atmosfera del trapasso dai Borbone ai Savoia, attraverso i tentativi della nobiltà partenopea di resistere alla propria decadenza e i sussulti della nuova, emergente borghesia sabauda tra prepotenze e nuovi equilibri che tanto incisero non solo sulla storia personale dei singoli, ma anche sul destino della popolazione che scoprì di essere divenuta Meridione. Superate le influenze accademiche prima, e le suggestioni di Domenico Morelli poi, le opere di Toma consolidarono nel tempo una solitaria autonomia stilistica che lo rese libero da qualsiasi etichetta di scuola, ma gli costò anche l'amara irriconoscenza dei contemporanei. Non volle mai abbandonare l'impegno didattico per cui fu indimenticato maestro di generazioni di pittori, ma anche di ebanisti, orafi, sarte e ornamentisti, protetto dal calore della famiglia e di colleghi amici quali Giuseppe De Nigris, Michele Lenzi, Antonio Migliaccio, Oreste Recchione, Francesco Sagliano, entro i confini del quartiere Stella di Napoli, dove trascorse la sua non lunga vita, all'oscuro del riconoscimento postumo di una nuova critica che riconobbe nei suoi quadri la insuperata espressione di un potente umano sentire. Dotato di ampio corredo iconografico, questo volume disegna una biografia di Gioacchino Toma che, lontana dal cliché dell'artista romantico ottocentesco, è invece uno spaccato denso di psiche, amore e sofferenza, svelato dalla forza empatica dei suoi dipinti.